NO all’Ecomostro di Settimo: manifestazione del 2 aprile

Il 16 luglio 2014, vista la pubblicazione da parte di Terna dell’Avviso al pubblico e il deposito della Documentazione presso gli Enti e i Comuni interessati, e il conseguente avvio del procedimento per la Valutazione dell’Impatto Ambientale e l’Autorizzazione alla costruzione e all’esercizio dell’opera “Interconnector Svizzera- Italia”, a Settimo Milanese si è costituito un Comitato Cittadino, spontaneo e apartitico, aperto a tutti, che si oppone all’intero progetto, a qualsiasi proposta di localizzazione alternativa e, in linea generale, al consumo di suolo agricolo.

Il Comitato NO-Ecomostro di Settimo, con la manifestazione che si terrà il 2 aprile, riafferma con forza la completa e assoluta contrarietà al progetto di interconessione elettrica ad alta tensione Italia-Svizzera presentato da TERNA, la completa e assoluta contrarietà all’uso del territorio agricolo.

La posizione del Comitato NO-Ecomostro è chiara: ottenere per prima cosa da Terna risposte esaustive alle numerose domande poste: utilità del progetto in uno scenario di contrazione di produzione e di consumo di energia, perplessità sulla tecnologia proposta, trasparenza sull’assegnazione e sulle agevolazioni concesse alle società energivore “proprietarie”, scelta della localizzazione della stazione di conversione in un’area agricola strategica inserita nel piano territoriale del Parco agricolo Sud Milano.

Il Comitato NO-Ecomostro crede sia necessario in questo momento agire in due direzioni: da un lato costruire una strategia comune con le associazioni ambientaliste e i comitati piemontesi del val d’Ossola e fare informazione, dall’altro far pressione affinché le Istituzioni, il Parco Agricolo Sud Milano e in particolare Regione Lombardia prendano una posizione precisa chiarendo che quest’opera non rientra nel piano regionale energetico.

Non ci si nasconde ovviamente le difficoltà di questa battaglia: abbiamo di fronte Terna uno dei più grandi operatori mondiali per la trasmissione dell’energia (ha chiuso il 2015 con ricavi pari a 2.070 milioni di euro) e i 10 mesi di sospensiva concessi dal Ministero serviranno a porre delle “pezze” alle numerose criticità che le comunità locali stanno sollevando.

Siamo però convinti che sia nostro dovere difendere il nostro territorio da un’ aggressione irreversibile: la terra non è rinnovabile, non è infinita. E’ nostro compito fare resistenza ad una politica subalterna agli interessi privati, che svende il patrimonio comune solo per fare cassa, pressoché disinteressata alla cura della bellezza e al diritto alla vita.

L’art. 9 della nostra costituzione recita “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”; è evidente in esso la lungimiranza e la capacità dei costituenti di individuare valori e diritti che solo ora manifestano appieno la loro importanza.

 

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